2013

REPORT DELL'AGRONOMO

Inverno nella normalità di pioggia e neve a costituire una buona riserva profonda, poi, e qui veramente particolare, con piovosità continue e insistenti fino a quasi tutto Maggio; falde stracolme fino a provocare carenza di ossigeno nei terreni ed al limite dell’asfissia radicale. Le migliori situazioni nei terreni con molto scheletro e, per gli altri, laddove sapientemente si utilizza l’aratro talpa.

Il periodo tardo primaverile ed estivo verrà ricordato come tendenzialmente freddo ed umido con poche settimane di sole ed il relativo effetto sulle malattie fungine manifestatesi spesso con virulenza, dapprima peronospora, poi oidio ed in stagione avanzata botrite. Sul piano vegetativo ritardi di germogliamento e fioritura poi una lunga stagione di accrescimento per arrivare lentamente all’invaiatura.

Alla piccola tregua di precipitazioni di metà estate è seguito un andamento piovoso altalenante fino alla vendemmia, arrivata con medio ritardo e spesso abbondanza di produzione.

Rasserenanti le tecniche di gestione biologica, anche sulla botrite, utile anche quest’anno il “filtro bianco” nelle aree calde e per i vitigni precoci, per l’Esca sempre aggressiva dopo un’annata siccitosa coma la precedente 2012 qualche spiraglio dalla ricerca.

Belle le potenzialità aromatiche, le mineralità e le acidità dei vini; onnipresenti le difficoltà estrattive e nella ricerca di potenza con prodotti a tutt’ oggi molto verticali e spesso al limite della crudezza. Certamente una annata longeva.

Annata di grandi conferme sull’importanza della conoscenza della propria vigna, della maniacale ricerca dell’equilibrio, della sensibilità a valutare le bucce ed i grappoli; questi aspetti di conoscenza, legati spesso all’istinto, rendono possibili le emozioni anche in questa annata, dal sapore un po’ antico e in stile “pre-riscaldamento globale”.

Remigio Bordini

Francesco Bordini