2020

REPORT DELL'AGRONOMO

L’inverno 2019-2020 è iniziato all’insegna delle abbondanti precipitazioni di novembre, del vento di scirocco protrattosi fino a fine dicembre e del freddo non pervenuto con le temperature medie di dicembre in centro Italia superiori a quelle registrate a inizio maggio 2019.

Il risveglio vegetativo della vite, delle piante da frutto e della flora spontanea è avvenuto con grande anticipo: quasi 3 settimane prima della media storica e di 12 giorni rispetto al già precoce 2019.

Purtroppo la primavera è iniziata all’insegna dei ritorni di freddo manifestatisi con le brinate ed occasionalmente le nevicate in tutto l’appennino. Danni da brina sono stati registrati nella pianura e nella prima collina Romagnola e, a macchia di leopardo, anche nelle aree più fredde del Chianti, di Montalcino e dell’Umbria: serissimi in tutto il centro nord i danni alle colture frutticole, non trascurabili quelle sulla vite (stimate nel centro Italia pari a circa il 5%).

Il bilancio idrico del primo quadrimestre 2020 è stato il più siccitoso dell’ultimo secolo, precedendo nel triste primato l’inverno 1921. Tale accezione, associata ai ritorni di freddo, ha rallentato lo sviluppo della vite.

L’estate 2020 è stata caratterizzata da condizioni tipiche di una classica estate mediterranea. Ovunque da maggio sino al 10 di agosto si sono registrate ottime escursioni termiche con minime notturne molto piacevoli e positive sull’accumulo di precursori aromatici e sporadiche (quanto utili e benedette) piogge.

Il mese di agosto si è caratterizzato per una crescente siccità ed una riduzione delle escursioni termiche tra giorno e notte portando la stagione 2020 ad assomigliare moltissimo alla vendemmia 2011, anch’essa con una stagione vegetativa equilibrata ma con l’ultimo mese pre-vendemmiale più caldo di quanto era lecito aspettarsi.

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre sono giunte alcune utili piogge ed abbassamenti termici, purtroppo associate ai nubifragi e ad alcune forti grandinate.

Si sono osservati forti e preoccupanti deperimenti dovuti al mal dell’esca: un grido di allarme agli stress idrici ed una esortazione alla maggior cura nelle pratiche agricole di gestione del legno e dei germogli.

Le vendemmie sono partite con un generale anticipo di 8 – 10 giorni e si sono concluse per le vigne più tardive di Sangiovese, Nebbiolo e Montepulciano nella prima decade di ottobre.

Francesco Bordini