2022

REPORT DELL'AGRONOMO

Condivisioni sull’annata 2022.

Il freddo e la neve sono giunti in tutto il Nord e Centro Italia tra il 5 ed il 9 gennaio riducendo le apprensioni per una
annata che sembrava poter essere troppo precoce e troppo calda in continuità con la tendenza dell’autunno 2021.

Seppur fredda l’annata 2022 è iniziata con un inverno tendenzialmente siccitoso, simile agli anni 2017 e 2019 e di poco
meglio delle critiche 2002, 2007 e 2012, configurandosi come l’avvio di anno col sesto valore più basso di precipitazioni
a partire dal 1962.

La pandemia di covid è proceduta con mutazioni virulente ma meno pericolose per la salute umana. Purtroppo a inizio
marzo 2022 è scoppiata la guerra di invasione russa nel territorio ucraino: ai drammi per le vittime, all’esodo dei cittadini
e per le numerosissime infanzie distrutte si aggiungono le mere quanto devastanti implicazioni economiche correlate
alla repentina riduzione di offerta di prodotti agricoli, materie prime ed energia. Di fatto in poco più di due anni il
sistema economico globale è stato stressato dapprima da repentini cali di domanda (in periodo covid) e
successivamente da carenze di offerta (conseguenti alla guerra).

La fine di aprile e la prima decade di maggio sono state fortunatamente piovose. Le piogge hanno mitigato le apprensioni
per la siccità e ripristinato almeno parzialmente il flusso minimo nei torrenti e nei fiumi. Si calcola che a fine maggio nel
Centro Italia siano piovute il 21% delle precipitazioni medie storiche del periodo inverno-primavera , percentuali inferiori
anche a quanto piovuto nel 2017 ove la pioggia fu solo il 27% della media storica. Purtroppo il Piemonte ed il Nord Ovest
italiano non hanno avuto significative piogge e in queste aree la situazione già in primavera è risultata critica.

Il ciclo vegetativo della vite è partito tendenzialmente in linea con la media storica, otto giorni dopo il 2021 e in linea
con 2020 : nella maggior parte degli areali il germogliamento è avvenuto nella seconda decade di aprile scongiurando i
rischi di brinate.

La fioritura è avvenuta in linea con la media storica, in generale con una elevata presenza di grappoli seppur con qualche
apprensione per le colature fiorali su alcune varietà (quali il grechetto gentile) o nei campi particolarmente esposti a
siccità nella precedente annata.

Il decorso ambientale della primavera ha indotto un buon rigoglio vegetativo ed apprensioni per l’oidio.
Da metà maggio l’Italia è stata oggetto di poderosi anticicloni africani, come sempre caldi, particolarmente umidi e con
modestissime escursioni termiche: una “tempesta perfetta” indotta dalle modeste piogge invernali, dal decorso
primaverile particolarmente siccitosio e dal caldo torrido (arrivato in Italia prima del solito). Tali condizioni hanno messo
a dura prova non solo l’agricoltura ma l’intera montagna con quasi l’azzeramento dei flussi delle acque fluviali e la
disgregazione dei ghiacciai (tra cui il drammatico crollo sulla Marmolada),
La vite ha sopportato queste situazioni estreme meglio di quanto di potesse immaginare, facendo probabilmente tesoro
delle precipitazioni di inizio maggio, seppur con una fortissima accelerazione nelle dinamiche di maturazione che hanno
raccorciato notevolmente il tempo tra invaiatura e maturazione.

Le piogge sono arrivate abbondanti in tutta Italia a metà Agosto riportando non solo umidità al suolo ma anche
escursioni termiche, brezze e trasparenza del cielo: un anticipo di autunno arrivato repentinamente su uve già
ampiamente invaiate ed in molti casi molto prossime alla raccolta.

La vendemmia è iniziata per le uve bianche e rosse più precoci nell’intorno del 22 agosto, confermando la tendenza alla
precocità delle ultime annate. Accettabili le rese poiché i grappoli seppur leggeri erano numerosi
Le uve bianche, invaiate quando ancora il sole ed il caldo erano fortissimi, sono giunte a maturazione molto colorate e
tendenzialmente con acini piccoli, discreti pH, buone intensità aromatiche -seppur molto spostate sulle note gialle
spesso con bucce tendenzialmente tanniche e crude nelle varietà “materiche” come l’Albana ed il Grechetto.

Le uve rosse ed in particolare il Sangiovese hanno ben sopportato il calore estivo, con modesti casi di scottature ed
appassimenti. Negli areali più caldi, più prossimi al mare e sui suoli più calcarei o argillosi la vendemmia è iniziata
nell’ultima decade di agosto con buoni parametri analitici e colori vivi seppur con qualche apprensione per la qualità dei
tannini. Negli areali più freschi le piogge di agosto hanno allungato i tempi tra invaiatura e maturazione, spesso
superando i 45 giorni, creando le condizioni per una annata che seppur intensa ha comunque eleganza tannica,
fragranza e lampi salini. L’annata sarà molto meglio di quanto si poteva prevedere, con probabili affinità alla vendemmia
2015. Viviamo con gioia il futuro prossimo!

I nostri migliori auguri Remigio e Francesco Bordini