2015

REPORT DELL'AGRONOMO

Il 2015 è partito all’insegna delle abbondanti precipitazioni ed anzi occorrerebbe dire che è “continuato” dato che sin dall’estate 2013 l’Italia si è trovata a fare i conti con 30 mesi di piogge quasi ininterrotte con conseguenze non solo sulle coltivazioni ed il turismo ma anche sui fenomeni franosi di cui anche molti vigneti si sono trovati vittime.

La stagione vegetativa delle vigne è iniziata all’insegna di una certa precocità e del lussureggiamento vegetativo: tante foglie, molti grappoli, qualche apprensione per la peronospora ma soprattutto l’ansia dei vignaioli di rivivere un’annata fredda ed umida come la 2014.

La fioritura è avvenuta puntuale, con qualche aborto fiorale indotto dall’umidità e conseguenti grappoli abbastanza spargoli anche per la presenza di raspi particolarmente lunghi.

Le piogge, che hanno regolarmente ed abbondantemente caratterizzato il 2015 fino agli ultimi giorni di giugno, hanno repentinamente lasciato il posto al grande caldo quale conseguenza dell’anticiclone africano più lungo che mai abbia interessato l’Italia: 40 giorni senza piogge ma soprattutto con temperature spesso abbondantemente sopra i 34° e modeste escursioni termiche.

Già alla fine di Luglio è risultata evidente la forte analogia con l’annata 2011 e la speranza di trovare equilibrio vegeto-produttivo come somma di due estremi: avvio stagionale umido seguito da caldo e siccità.

La vite nella generalità dei casi si è presentata in buono stato all’invaiatura: con una produzione ben distribuita, non eccessiva e ben bilanciata dalle foglie, bassa pressione di oidio, peronospora e tignoletta.

La vendemmia è iniziata all’insegna del caldo e della siccità generando una situazione apparentemente facile: con uve belle, sane ed in rapido accumulo di zucchero ma anche segnata da alcune insidie quali l’innalzamento dei pH, la perdita di foglie e il progressivo rallentamento evolutivo dei sapori e del tannino.

Anche questa annata ha premiato chi con saggezza ha saputo interpretare la stagione, non lasciandosi intimorire dal ricordo dell’annata 2014 e sapendo così attendere la maturazione delle uve soprattutto quelle tardive come il Sangiovese facendo tesoro dell’esperienza e dell’istinto.

Francesco Bordini